Mio figlio ha scoperto il porno sul web: e ora?

Capita che dando un’occhiata al computer dei ragazzi in cronologia appaia una lunga lista di siti vietati ai minori. A volte sono soft, ma non c’è da illudersi, perché nella maggior parte dei casi cliccano direttamente su quelli espliciti, che farebbero arrossire qualsiasi adulto.

Il fatto è che una volta scoperta la situazione ci si trova in bilico e non si sa che cosa fare di preciso. Fingere che non sia successo nulla o provare a fare quattro chiacchiere sull’argomento? In quel caso, che cosa si dice? Come spiegare che abbiamo aperto il loro browser e ficcanasato in quella che in fondo è la loro privacy?

Che cosa suggeriscono gli esperti?

I casi in cui i genitori scoprono che sul PC o sul cellulare dei ragazzi girano video hard presi da internet in chiaro o su social molto permissivi ogni giorno si moltiplicano, ma che cosa c’è dietro?

Nella stragrande maggioranza dei casi non c’è niente di patologico. Sicuramente molti di noi in adolescenza non si comportavano in maniera differente con i giornaletti dei fratelli maggiori o con il telecomando in mano a notte fonda, cercando di curiosare nel mondo degli adulti.

Adesso la situazione è differente, perché sul web non ci sono limiti e quelli legali spesso si trovano ben al di là di ciò che un genitore può essere in grado di spiegare al proprio figlio adolescente.

Il materiale che circola al giorno d’oggi è in 4K, HD o di qualità superiore rispetto alle immagini sfocate e ai fumetti di qualche anno fa. Non si tratta di un fotogramma rubato in un’occasione particolarmente fortunata.

Sono filmati lunghi, espliciti e molto realistici, categorizzati con cura minuziosa e spesso ad aggravare la situazione ci sono i furbetti che è per qualche click in più aggiungono tag sul materiale che non vorremmo mai che i nostri figli raggiungessero in un’età importante come l’adolescenza.

Quello che c’è in giro ora è davvero un cattivo amico, perché agisce sulla fantasia di un teenager goffo e inesperto, che poi quando si trova nel mondo reale a dover crescere e fare le prime esperienze non ha un riferimento utilizzabile e finisce per replicare quello che ha visto nella finzione pornografica, anche in quella amatoriale.

Per molti sociologi le nuove generazioni di ragazzi hanno cominciato a farsi l’idea che il materiale pornografico finisca per interferire in maniera profonda sui modi in cui si eccitano e sulla possibilità di avere un orgasmo, godendo fino in fondo l’esperienza.

Quando si parla con i ragazzi dopo aver fatto la scoperta sulla loro cronologia, dovremmo fare i conti con il fatto che il loro primo istinto sarà quello della vergogna e sta a noi rispettarla e comprenderla.

È necessario giocare a carte scoperte, perché dovremmo dire come abbiamo fatto a arrivare a sapere che cosa stava succedendo, ma chiedere di spiegarci che cosa hanno visto è sicuramente un fallimento automatico. Ci sarà una chiusura e forse risulterà impossibile aprire un canale anche in seguito se non con un lavoro lungo e faticoso.

L’approccio più corretto è mettere le mani avanti e dire che non ci interessa che cosa hanno visto. Quello alla fine rappresenta i loro gusti e la loro privacy, ma bisogna chiarire che il punto è un altro.

Il fatto è che bisogna trasmettere l’idea che c’è una distinzione netta tra ciò che si vede in video e ciò che succede in un rapporto normale tra coetanei e dopo.

Il sesso nella vita reale è fatto di persone, rapporti e relazioni complesse e non è oggettificazione. Anzi nel momento in cui diventa tale è soltanto strumentalizzazione ed è meglio allontanarsi da certe situazioni.

Inoltre, bisogna spiegare loro che ciò che si vede fatto in video da pornostar professioniste e in quelli amatoriali non solo non è dovuto, ma nella maggior parte dei casi non fa neanche parte dei rapporti con le coetanee, che devono essere libere di scegliere che cosa provare e che cosa invece rimandare a tempi più maturi.