Fastidi all’ombelico: che cosa li provoca e come gestirli

Vi siete mai chiesti perché l’ombelico tende a prudere, puzzare e arrossarsi facilmente? Se si esclude l’onfalite, nella maggior parte dei casi la ragione di questo disturbo è riconducibile a una patologia dermatologica, allo sfregamento con gli indumenti o alla scarsa igiene.

Questo tipo di disagio non è affatto grave, ma può creare una forte sensazione di fastidio in quanto genera la necessità impellente di grattarsi. Un riflesso naturale ma che può agevolare la comparsa di irritazioni e infiammazioni, specialmente se ripetuto con forza e costanza. Individuarne le origini è il primo passo verso la risoluzione del problema. Ecco dunque quali sono le cause, interne ed esterne, e i rimedi per gestire l’ombelico arrossato, maleodorante e pruriginoso.

Tutte le cause dei fastidi all’ombelico

In genere i fastidi che si manifestano nella parte esterna dell’ombelico sono causati da dermatite, una reazione della cute a materiali allergici come il nichel – di cui sono fatte cinture e bottoni – che si presenta con vescicole, prurito e arrossamento.

Un’altra causa di fastidio ombelicale può essere lo sfregamento diretto e ripetuto dell’ombelico con gli indumenti che, se prolungato nel tempo, può favorire la comparsa di infiammazioni, rossori e pizzicore.

In alcuni casi l’ombelico arrossato è sintomo di onfalite, un’infezione del moncone ombelicale che provoca un’abbondante fuoriuscita di pus maleodorante, spesso accompagnata da arrossamento, gonfiore e dolore alla pressione. Questo tipo di infiammazione è prevalente nei neonati, ma può verificarsi anche negli adulti. La cura dell’onfalite prevede l’uso di antisettici topici e di antibiotici prescritti dal medico.

Durante la gravidanza, la crescita del feto all’interno dell’utero può causare l’estroflessione dell’ombelico e un fastidio legato all’aumentata sensibilità di questa zona. Bisogna specificare che questo fenomeno non è indice di una patologia e tende a risolversi nelle settimane successive al parto.

Spesso, poi, a causa dell’espandersi della pancia e dei cambiamenti ormonali, la pelle delle donne incinte non è ben idratata e può manifestare secchezza e prurito nella zona dell’ombelico. Per alleviare il disturbo, si consiglia alle future mamme di applicare creme super idratanti e di evitare di lavarsi con acqua troppo calda.

Cosa fare quando l’ombelico puzza?

Nessuno ci fa caso, ma l’ombelico è una delle aree del corpo più sporche e problematiche da pulire. A causa della sua particolare costituzione anatomica, infatti, può restare sporco anche dopo la doccia e così si riempie di batteri, sudore e fibre dei vestiti, causando la formazione di cattivi odori. Cosa fare? Per rimuovere tutta la sporcizia dall’ombelico è necessario pulirlo in maniera accurata utilizzando acqua, cotton fioc e detergenti delicati, facendo inoltre attenzione ad asciugarlo bene.

In caso di infezione batterica, il problema trova un valido supporto in gel o creme antibatteriche da applicare localmente. È però fondamentale la prescrizione del medico di base o di un dermatologo.

Ma il cattivo odore ombelicale può essere tenuto a bada anche con alcuni rimedi naturali molto efficaci, come gli oli essenziali, da utilizzare sempre mescolati a creme, oli vegetali o burri per non rischiare di irritare ulteriormente la pelle. Uno degli oli più indicati è quello di lavanda, che con il suo profumo intenso si rivela perfetto per profumare la zona addominale. Ugualmente efficaci sono l’olio essenziale di rosmarino, utile in caso di pelle desquamata, e quello di tea tree, noto per la sua azione antibatterica.